Insetti! No, grazie?

Come molti altri artisti amo cucinare e come accade quando ho una nuova idea musicale, a volte il mio estro culinario prende il sopravvento e invento qualcosa di buono per il pranzo o per la cena. 

Qualche sera fa, un’improvvisa illuminazione ha fatto vibrare alcune corde e l’ispirazione è caduta sulle orecchiette con le cime di rapa.

 Sono piuttosto maniaco della pulizia e dell’igiene… tant’è che mia moglie mi chiama spesso “Furio”, in onore del maniacale personaggio del film “Bianco Rosso e Verdone.

Lavate le cimette con la dovizia con cui si lava un cane dopo aver sguazzato nel fango, ho iniziato a cucinare soddisfatto. L’odore dell’aglio soffritto si confondeva con gli aromi delle verdure stimolandomi la salivazione come al cane di Pavlov al suono del campanello.

 Servita in tavola la pietanza e benedetto velocemente il cibo (forse non capita solo a me di fare una preghiera stringata quando davanti ho un piatto particolarmente invitante), messo in bocca la prima forchettata, mi sono sentito soddisfatto per il riscontro delle papille ed in più confortato dallo sguardo consenziente dei commensali.

Mentre silenziosamente gustavamo quel trionfo di sapori, è accaduto qualcosa che mai avrei voluto che accadesse: ben mimetizzato come un soldato in guerra, tra un’orecchietta e un pezzo di verdura, ho visto nel piatto un bel bruco in sovrappeso e per di più ben cotto!
 Un brivido lungo la schiena ed un successivo conato di vomito hanno accompagnato la terribile sorpresa. “Che schifo”, ho esclamato, “c’è un bruco nella pasta!”
L’aria di soddisfazione che aleggiava improvvisamente è cambiata. Ci siamo guardati e uno dopo l’altro, dopo aver adagiato le posate sui rispettivi piatti, abbiamo ordinato, delusi, delle pizze per telefono!

Lo ammetto! In tutta onestà non mi sento pronto a mangiare insetti!

Questa lunga premessa è per dire che non sono istintivamente felice all’idea di introdurre nella mia alimentazione novità di questo tipo, ma essendo profondamente razionale ho voluto fare una attenta analisi cercando di essere il più obiettivo possibile, per poi condividerla con voi.

La prima domanda che mi sono posto è: “Perché ci fanno così schifo rispetto ad altri cibi? In realtà, fatta eccezione per alcuni insetti portatori di malattie come le mosche, le blatte o le zecche, i rimanenti sono piuttosto puliti poiché vivono sugli alberi nutrendosi di foglie ed altre erbe.
 Non cosi, ad esempio, accade per i molluschi che come tutti sappiamo, sono anche definiti i “filtri dei mari” e come ogni filtro, sono contaminati da ogni forma di rifiuto!

Allora perché i molluschi sì e un verme no?

Potremmo dire che il verme è viscido, ma anche un’ostrica o una cozza o ancora una vongola lo sono altrettanto! I cefalopodi poi, così come le lumache, sono anch’essi viscidi e bavosi, eppure quasi tutti noi li mangiamo e con buon appetito!

Gli scarabei, ad esempio, possono impressionare per via delle antenne e delle tante zampetta di cui sono dotati. Per di più, il solo pensare al rumore sinistro che fanno quando li schiacci può creare un giusto senso di disgusto.
Sarà quello a farci rabbrividire?
Eppure se ci pensi, il carapace dei crostacei non fa lo stesso rumore quando lo addenti? Sì è vero, immaginare le zampette di uno scarabeo in bocca fa orrore… eppure non accade la stessa cosa quando le zampette sono quelle di un saporito gambero!

In africa mangiano abitualmente cavallette e vermi e per notizia riferita da amici missionari che hanno trovato il coraggio di assaggiarli, pare siano anche saporiti.
Giovanni Battista, così com’è scritto nella Bibbia, si nutriva di locuste e miele selvatico e se non fosse stato per Erode, sarebbe campato cent’anni. E sì, perché pare che le proteine che forniscono gli insetti siano altamente nutrienti!
“Il miele passi” – diranno la maggioranza di noi – “ma le locuste proprio no: che schifo!”
Il problema è unicamente di etnocentrismo e ora ve lo dimostro.
A tal riguardo voglio ricordare come viene prodotto il miele dalle api (anch’esse insetti a tutti gli effetti!)

Le api passano di fiore in fiore per nutrirsi del nettare. Questo viene succhiato attraverso la loro proboscide e immagazzinato in una cavità chiamata sacca melaria nella quale si mescola con degli enzimi attraverso i quali inizia un processo di trasformazione.
Arrivati all’alveare rigurgitano il nettare dentro le cellette dell’alveare dove continua il processo di trasformazione.

Avete capito bene: il nettare passa dalla loro bocca, e va nel loro intestino. Nell’alveare viene “vomitato” nelle cellette. Perché non ci fa schifo questo processo?
Semplicemente perché rientra nelle nostre abitudini culturali!

Magari tra qualche anno un’invasione di cavallette anziché una maledizione, la considereremo una benedizione, Chissà!

Ripeto, l’idea di mangiare una cavalletta o qualsiasi altro insetto, mi fa terribilmente impressione, ma nella parte più intima di me so bene che è solo un fatto culturale: semplicemente non sono e non siamo abituati!

Potrà sembrare azzardato, ma anche mangiare il cane e il gatto, cosa che a tutti noi fa accapponare la pelle, è ugualmente un fatto culturale. Non siamo abituati e per noi è un sacrilegio… ma lo stesso sacrilegio è per un indiano, vedere uno di noi che mangia una mucca!
 Molti diranno che quelli sono animali da compagnia. Ma qualsiasi animale ha lo stesso grado di sofferenza e di empatia con l’uomo se lo si alleva in cattività.

Sì, devi ammetterlo anche tu, che ti piaccia o meno è solo un fatto di abitudine e di cultura! 

Le tante lamentele sui social per lo sdoganamento della EU sui cibi fatti con farina di insetto, a mio avviso non hanno motivo di esistere visto che nessuno ti obbliga a mangiarli. Avviene lo stesso e da sempre per le tante persone che non mangiano interiora, frattaglie, trippa, lumache, carne e pesce in genere.

Finché nessuno ci obbliga non c’è nulla da rimproverare!

Ora però devo darti una brutta notizia… forse non lo sai, ma anche tu hai già mangiato insetti!

Dici di no?
E allora te lo dimostro…

Hai mai mangiato marmellata di ciliegie o di fragole? Caramelle gommose o Yogurt ai frutti di bosco? Hai mai bevuto un Campari? Mangiato un dolce bagnato con l’Alchermes? Sì? 

Bene, allora ti rivelo una cosa. Quasi tutti i cibi di colore rosso contengono l’E120 che potrai trovare nell’elenco degli ingredienti di molti prodotti presenti nella tua dispensa. Ebbene sì, l’E120 non è altro che acido carminico: una vera e propria “spremuta” di cocciniglia, quell’orrendo parassita bianco circondato di zampette che infesta molte delle nostre piante.

Non lo sapevi? Ed ora lo sai…

Ah, dimenticavo: buon appetito! 

Ferruccio Parrinello 
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