Le scarpe di Giuseppe

Quando noi credenti sentiamo parlare di Giuseppe, la nostra fantasia corre immediatamente alla storia del figlio di Giacobbe, il patriarca, quello che spesso viene definito il re dei sogni, ma questa volta non parleremo di lui.

Giuseppe è un caro amico, un uomo di Dio con un gran cuore, sempre attivo e attento ai bisogni degli altri.

Ho anche un altro amico credente che è altrettanto attento ai bisogni degli altri: Umberto. Lui è un soggetto dal passato particolare. Era un attaccabrighe e prima del suo incontro con Dio era capace di azzuffarsi con decine di “teppistelli” tutti insieme e… metterli in fuga con la coda tra le gambe!

Oggi è irriconoscibile: dolce, sensibile e dalle lacrime facili.

Umberto ama il “running” e quasi ogni giorno percorre decine e più chilometri, nonostante abbia diversi problemi fisici e un’invalidità al 100%, ma lui si affatica nel paradigma “mens sana in corpore sano”.

Per la sua passione compra decine di paia di scarpe idonee a questa disciplina e le cambia in continuazione, anche dopo averle usate per pochissimo tempo. La maggioranza di esse sono ancora nuove e totalmente prive di segni di usura.

Io, di contro, molto più pigro, mi trovo spesso a fare i conti con problemi ai piedi per via dell’uso smodato dovuto al quotidiano studio con i pedali della batteria… oltre che alla realtà inconfutabile dei miei sessant’anni!

Dopo aver chiesto qualche consiglio ad Umberto, competente in materia di ossa e muscoli, mi suggeriva una scarpa tecnica che permettesse al mio tallone, ai tendini e ai muscoli dei piedi, di stare comodi e proprio per questo mi regalò un suo paio di scarpe, praticamente nuove, prelevate dalla sua… collezione.

Arrivato a casa le misi in lavatrice per avere la sensazione che fossero proprio nuove, ma una volta asciugate e indossate mi accorsi che, al contrario di quando le avevo provate, erano grandi!
Che tristezza…

Il giorno dopo, Giuseppe, Umberto ed io ci saremmo rivisti al culto; portai con me le scarpe con l’intenzione di restituirle.

Non appena ci incontrammo, andai per porgerle ad Umberto spiegando il problema della misura. Giuseppe, che era con noi, appena le vide esclamò: “Che belle! Che numero sono?” e fece per provarsele.
Messele al piede risultarono perfette! La misura era esatta e per di più erano lustrate a nuovo!

Era felicissimo. Proprio in quei giorni aveva iniziato a fare jogging e ne avrebbe dovuto comprare un paio.
Quelle scarpe, non solo risultarono perfette, ma arrivarono anche al momento giusto!

La mia delusione, che durò fino a quando vidi la felicità stampata sul suo viso, era diventata la sua gioia.

Dio conosce la fine e la destinazione di ogni cosa. Quelle scarpe che sembrava dovessero arrivare a me erano invece destinate al mio amico ed io dovevo essere semplicemente il veicolo più immediato.

Quando Egli ha qualcosa da donarti che rientri nei suoi piani per te, ha un tempismo perfetto perché conosce le cose di cui abbiamo bisogno, prima ancora che gliele chiediamo (Matteo 6:8).

Nella mia vita ho potuto gustare centinaia di volte il Suo intervento e ho imparato che quando i tempi di Dio sono diversi dai tuoi, non è Lui in ritardo, ma tu in anticipo.

Ogni cosa nella natura ha la sua stagione e come non vedrai mai del grano maturo in inverno, così non vedrai Dio agire prima del tempo.

Ricorda: Dio non ti darà oggi ciò che ti servirà domani.

  • Ferruccio Parrinello 
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